venerdì 28 novembre 2014

Unesco Monito alla Sicilia

Unesco, monito alla Sicilia

Ray Bondin: «Sta facendo di tutto per perdere i riconoscimenti concessi da noi in questi anni»
«Ha ottenuto un milione per Pantalica e non riesce a spenderli perché non si può fare l'appalto»

Non riesce a proteggere i suoi tesori
ed a gestire l'immensa fortuna che possiede

  • Giovedì 27 Novembre 2014
  • I FATTI,
  • pagina 9
Isabella di bartolo
«A me sembra che la Sicilia stia facendo di tutto per perdere i riconoscimenti Unesco da noi concessi in questi anni». Ray Bondin è il presidente onorario del Comitato internazionale delle città e dei villaggi storici dell'Unesco nonché, all'epoca dei riconoscimenti ottenuti per Val di Noto prima e Siracusa e Pantalica dopo, commissario dell'istituzione mondiale che sceglie e tutela i beni nella Worldh heritage list.
La sua voce è quella dell'indignazione di fronte alle notizie di un patrimonio a rischio. Dopo l'ennesima denuncia di Legambiente Sicilia sul mancato rispetto dei dettami imposti dall'Unesco nei siti siciliani "Patrimonio dell'umanità", Bondin chiama in causa gli amministratori. «Non capisco - tuona da Malta - con tutta la sincerità, come i politici siciliani non riescano a gestire il patrimonio dell'Isola nella maniera corretta. Anzi, non lo gestiscono affatto da tempo. In una situazione economica così difficile in Sicilia, il turismo risulta uno dei pochi successi, sebbene non sia questo il risultato di azione concrete da parte delle amministrazioni pubbliche. Il turismo funziona solo perché la Sicilia possiede tesori tanto importanti, tanto meravigliosi da farsi promozione da sé. Eppure, nonostante tutto ciò e nonostante il momento di crisi attuale, la Regione non riesce neanche a spendere i pochi finanziamenti che arrivano». L'accenno è ai fondi europei, a quelli ottenuti e solo parzialmente spesi, a quelli mai ricercati.
Il diplomatico maltese Bondin, che è conosciuto in tutto il mondo per le sue battaglie a difesa del patrimonio, si sente siciliano di cuore. «Ogni volta che leggo i giornali dell'Isola - commenta - mi sento terribilmente ferito. E così tutte le volte che vengo a conoscenza dello stato di degrado di monumenti, aree archeologiche e paesaggi siciliani. Così è stato in questi giorni quando ho appreso l'allarme lanciato sulle condizioni in cui versa il Teatro Greco di Siracusa: non è possibile che un monumento di così immenso valore per la storia possa essere stato dimenticato». Il gioiello del colle Temenite è al centro di una polemica sul suo mancato restauro a seguito dell'accertamento dell'incuria in cui versano parti del monumento lapideo. Interamente scavato nella roccia della balza siracusana della Neapolis, infatti, il Teatro greco attende interventi urgenti di consolidamento della pietra sin dal 2006. Interventi che, però, non sono mai stato finanziati.
«Già dopo pochi anni dall'ottenimento del riconoscimento Unesco per Siracusa, ad esempio - prosegue il professore Bondin -, si è detto del rischio, concreto, che esso potesse essere messo in discussione perché nulla è stato fatto a sua difesa. Oggi ho l'impressione che davvero vi sia uno sforzo siciliano affinché questo accada. Come si può spiegare altrimenti la mancanza di manutenzione basica del Teatro Greco più importante in assoluto? Uno dei criteri chiari del riconoscimento Unesco è proprio l'impegno a mantenere il patrimonio in un buono stato di conservazione e questo non si è mai fatto».
L'Unesco impone alle amministrazioni locali in cui ricade il sito "protetto", di seguire rigide prescrizioni in termini di tutela ma anche di valorizzazione attraverso un piano di gestione ad hoc, disatteso da quasi tutti i Comuni coinvolti come denunciato da Gianfranco Zanna di Legambiente.
«Purtroppo - aggiunge Ray Bondin - in Sicilia manca assolutamente l'idea della buona gestione del patrimonio. Ancora oggi, i siti dell'Isola, i suoi musei e i suoi tesori naturali vengono gestiti attraverso sistemi vecchi che non possono più essere accettabili. E i risultati sono evidenti».
Bondin fa cenno a un altro punto "nero" nella politica del patrimonio culturale con riferimento al riconoscimento Unesco aretuseo che vede insieme Siracusa e la Necropoli rupestre di Pantalica nella lista dei beni "Patrimonio dell'umanità" come deciso nel 2005. «Nulla più si è detto in questi anni - afferma Bondin - della mancanza di un piano di gestione per Pantalica, nonostante questo sia la prima condizione per il mantenimento del riconoscimento. E adesso che la Regione ha ottenuto un milione di euro per la promozione del sito di Pantalica non si riesce a spendere questa somma perché manca il personale per aprire le buste degli appalti. Ma, davvero, stiamo scherzando? Siamo arrivati a questo punto così basso di mancanza anche di pura e semplice amministrazione? Nel mondo intero, non esiste alcun posto con così tanti tesori come la Sicilia. Non esiste un altro luogo con una concentrazione così densa di meraviglia. Eppure, dopo tanti discorsi, continue nomine di assessori regionali, soprintendenti et similia, siamo all'anno zero. L'amara realtà è che la Sicilia non è capace di gestire l'immensa fortuna che ha, di sfruttarla in maniera positiva e intelligente».
Ray Bondin ripercorre i lunghi e travagliati iter per l'ottenimento dei riconoscimenti dei siti insigniti dell'Unesco in Sicilia. E lo fa con rabbia. «La Sicilia merita di avere ancora più riconoscimenti di quelli che ha ottenuto finora - dice - e siamo aspettando il rapporto su Palermo a cui anche io sto lavorando. Inoltre, siamo impegnati a valutare la richiesta per l'inserimento nella lista Unesco di tre siti di patrimonio intangibile. Ma in tutto ciò, è triste sapere che il patrimonio già riconosciuto si trova in tale stato di degrado». E allora una proposta, semplice, concreta. Un convegno per parlare dei metodi moderni di gestione del patrimonio che, però, prenda le mosse dagli errori. «Salviamo la Sicilia - conclude Bondin - e usciamo da questo pantano inaccettabile».


27/11/2014
Non c'è gran che da aggiungere a questo articolo. La mancanza di volontà di fare diventare la Sicilia il più bel posto turistico del Mediterraneo, è evidente. Il problema credo sia sempre lo stesso. Quando vengono stanziati dei soldi per dei fini turistici, l'ultimo dei pensieri di chi ci governa è quello di realmente usare quei soldi per i fini turistici preposti. L'essenziale in Sicilia è cercare immediatamente il modo di fare "sparire" questi soldi nelle tasche proprie e una parte in quelle di chi deve essere "oleato" affinchè poi possa garantire la vittoria nelle prossime elezioni. Come scardinare questa situazione di furto generalizzato? L'Unesco dovrebbe "pretendere" nomi e cognomi di chi gestisce questi soldi i quali dovrebbero essere personalmente responsabili ed inoltre dovrebbero anche fare sopralluoghi in incognito e non avvisando prima. Credo che ci leverebbero tutti i siti che ci sono stati assegnati.
Tornando dal viaggio in Turchia ci siamo accorti dell'abisso abissale che esiste fra noi e il resto del mondo. La Sicilia se continua così non ha speranze. Siamo in mano ad una classe di delinquenti e la catastrofe è che non esistono alternative : anche ammesso che qualche persona per bene riuscisse ad arrivare all' ARS non potrebbe fare nulla perchè in un mondo di lupi o diventi cacciatore o soccombi. Che pena!

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