lunedì 25 febbraio 2013

Articolo di Pierluigi Battista sul Corriere...fantastico


La riscossa del giaguaro e quell'umore
antitasse sbeffeggiato dai «nemici»

L'antiberlusconismo miglior alleato del Cavaliere. Lo avevano dato per morto. Ora a sinistra daranno la colpa agli elettori

Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)
Altro che «la mummia», come ha commentato inorridito un giornale francese quando Berlusconi ha dichiarato di volersi ricandidare. Il berlusconismo non era stato cancellato e sepolto. In cinque anni ha lasciato sul terreno una quindicina di punti percentuali: un'enormità. In un Paese normale un leader che perde quasi il quindici per cento dei suffragi verrebbe considerato uno sconfitto.
Ma il mondo che ha scelto Berlusconi in tutti questi anni non è stato inghiottito dal nulla. I media non se ne sono accorti. Noi non ce ne siamo accorti. La bolla in cui vive chi fa opinione non se n'è accorta. Ma il centrodestra viveva ancora nel Paese. Devastato. Malconcio. Ma esisteva. Con il suo linguaggio, i suoi interessi, la sua antropologia che la sinistra snob non ha mai cessato di sbeffeggiare, inanellando in consenso la più deprimente sequenza di rovesci della storia italiana.
Ne fanno una questione di stile, anzi di mancanza di stile. E sono inorriditi che un uomo che incarna così compiutamente tutto ciò che le élite considerano moralmente ed esteticamente riprovevole possa ancora avere un suo ragguardevole seguito. Ma lui parla di tasse. E loro non si accorgono che milioni di italiani si sentono vessati dalle tasse. Sorridono sulla «restituzione dell'Imu». Ma non si accorgono che l'Imu è stato un colpo durissimo in tempo di tredicesime. Lui parla di Irap e loro non si accorgono che per colpa dell'Irap piccole e piccolissime aziende chiudono e che il popolo berlusconiano non voterà mai e poi mai chi non si occupa di Irap e piuttosto si astiene, piuttosto vota Grillo, ma quelli che ignorano l'Irap mai e poi mai. Lui parla di Equitalia, e loro non se ne accorgono. Alcuni della sinistra vengono dalla cultura marxista e dovrebbero sapere che gli interessi di classe esistono. Hanno letto Gramsci e dovrebbero sapere che un "blocco sociale" è una cosa seria, coriacea, fondamentale. Berlusconi può fare tutti i disastri del mondo ma sa parlare il linguaggio degli interessi del suo "blocco sociale". E un blocco sociale non lo di distrugge con una trasmissione di satira e con le battutine oblique del Festival di Sanremo politicamente corretto.
Una parte del popolo berlusconiano se n'è andato, beninteso. Ma un'altra, quasi il trenta per cento degli elettori, non aveva alternative. Stavolta non ha votato con entusiasmo. Ha fatto come Montanelli nel '46 e ha scelto nella cabina Berlusconi turandosi il naso. Ai sondaggisti non dicevano la verità, perché dirsi elettore di Berlusconi non è segno di finezza, ti espone al ludibrio dei monopolisti del buon gusto. Ma c'erano. E il sistema dell'informazione non se n'è accorto. Quello dei partiti tradizionali della sinistra non se n'è accorto. Quello dei padroni dei sondaggi non se n'è accorto. E avevano dato per morto Berlusconi e il berlusconismo. Sbagliavano. E per penitenza dovrebbero andare inginocchiati sui ceci. Ma non lo faranno. E daranno la colpa all'elettorato. Ne deploreranno la rozzezza, la credulità, la volgarità, l'essenza naturaliter delinquenziale. E ancora una volta non avranno capito.
Che poi è perfettamente vero che il centrodestra versava in una crisi mortale e che Berlusconi ha dovuto fare il fenomeno in tv per rianimare un corpaccione stordito, disorientato, frammentato in agguerritissimi clan, diviso da faide intestine. Ma pensavano che quella parte che era stata maggioranza lungo tutti questi vent'anni si sarebbe dissolta senza reagire, avrebbe lasciato campo libero a chi non ha mai saputo capire ciò che avveniva nel territorio mentale del centrodestra? Davvero potevano pensare che battute sullo smacchiamento del giaguaro non avrebbero irritato, indignato, reso furibondo chi in questi anni aveva scelto Berlusconi e che quest'anno non lo avrebbe fatto più, ma poi l'ha fatto perché pur di non dargliela vinta a chi fa ironie sull'Imu e sull'Irap, sarebbe tornata di nuovo nei seggi per votare direttamente Berlusconi o qualcuno che stava nei paraggi e nell'alleanza?
E così è stato nel 2006. E così è stato anche in questi giorni. Il centrosinistra dato per vincente nel 2006cincischiava sulla tassazione delle «rendite finanziarie» e tutti i possessori di Bot si sono spaventati. Oggi il centrosinistra ha scaraventato nel recinto infetto dell'evasione potenziale tutto l'umore antitasse. Ha sbagliato. E ha sbagliato a non considerare che Berlusconi, invece, su quel terreno non avrebbe mai sbagliato. E si leggeranno pensose analisi sui costumi degli italiani, e si almanaccherà ancora sulle due Italie, quella buona e corretta e quella brutta, sporca e cattiva. E ci si chiederà come mai, quasi all'unanimità, nessuno aveva previsto che il berlusconismo, ammaccato ed elettoralmente assai dimagrito, esisteva ancora. E che i girotondi di giubilo attorno al Quirinale quando Berlusconi si era recato da Napolitano per rassegnare le dimissioni erano una grande e sacrosanta festa, ma non la veglia funebre di un fenomeno politico molto più resistente dei nervi troppo fragili di chi aveva solo da tirare il pallone in rete e invece ha sbagliato l'occasione più facile. Perché non c'è miglior alleato di Berlusconi degli antiberlusconiani professionali. La mummia si è risvegliata. Ma per loro no, l'incubo è appena cominciato.

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