lunedì 11 agosto 2014

Il suicidio di Robin Williams

E' strano come questa notizia stamattina mi abbia colpito molto profondamente. Forse perchè somiglia moltissimo a mio padre al punto che in certi film, vederlo, mi faceva una grande impressione. Mio padre è morto molto giovane, aveva appena 47 anni e anche se allora a me sembrava grandissimo, adesso che io ho 63 anni e sono arrivata ad un'età che lui non ha mai avuto, capisco quanto l'età sia una cosa soggettiva e molto ma molto complicata. Lui era un bambino e forse questo mi fa provare ancora più "tenerezza" nei suoi confronti, quasi che oggi io mi senta un pò come fossi sua madre e non più lui mio padre.
Ma per tornare a Robin Williams, a quest'uomo fantastico, mi sono chiesta se in fondo il suicidio non sia qualcosa da accettare e non da condannare. Aveva 63 anni, esattamente la mia età, una vita che, almeno vista dal di fuori, doveva essere magnifica, invidiabile e invece lui questa vita non l'ha voluta. Siamo costretti ad accettarla una vita che non ci piace? Che invece di farci essere felici ci fa sempre e solo male? Lo so esiste la religione, le teorie per cui la vita non sai mai cosa ti offrirà, che la vita vale la pena di essere vissuta sempre e ci sarebbe ancora un miliardo di cose da dire ma, attenzione, il mio non è un elogio al suicidio. Semplicemente mi è capitato, come credo a molti di voi, se mai qualcuno mi leggerà, di conoscere persone che si sono suicidate. Il dolore che lasciano è tremendo perchè inevitabilmente fanno sentire in colpa chi gli vive vicino e si sente responsabile di non avere capito, non essere stato in grado di aiutare etc etc...
Ma oggi io mi sento di andare più in la. Se ormai si accetta l'eutanasia, cioè se hai una malattia incurabile, perchè non aiutare ad "addormentarsi" senza dolore, allora perchè se questa malattia ce l'hai nell'anima il suicidio viene ancora visto come qualcosa di tremendo?
E' tremendo che l'uomo non riesca a trovare delle risorse in se stesso per superare dei percorsi di sofferenza. Ma in fondo è una libera scelta.
Mi sento molto toccata da questa decisione di Robin Williams di andarsene altrove e, come a molti, mi è subito venuta davanti agli occhi la magnifica scena "capitano, mio capitano"
Rispetto con dispiacere la sua decisione e credo che il dolore dell'anima sia la peggiore delle malattie verso la quale non esiste cura.
 Ma......Viva la vita

Nessun commento:

Posta un commento