lunedì 20 febbraio 2012

IL MICIO ARANCIONE - dedicato a chi ama gli animali

questa storia inizia con la malattia di mia madre. Un brutto giorno le viene infatti diagnosticata la SLA. Lei era una donna forte sia di carattere che per quanto riguardava la religione. Aveva una grande invidiabile fede. Accettò dunque con il sorriso sulle labbra il suo destino. La malattia progredì lentamente finche si arrivò alla sedia a rotelle. Il giorno in cui ci fu consegnato il “monta scale” per potere entrare ed uscire comodamente da casa, mentre stavo scendendo mia madre al piano di sotto dai cugini dove era solita andare ogni pomeriggio, arrivò dalla strada un grande gatto tigrato arancione. Le si avvicinò facendo le fusa, le leccò le dita (mia madre adorava tutti gli animali) e ci accompagnò al piano di sotto dai cugini. Aspettò che lei entrasse e se ne andò. Da quel giorno ogni sera, appena sentiva che uno di noi apriva il portone, si precipitava dentro e, senza mai entrare in casa, dormiva sullo zerbino per poi uscire la mattina. Appena sentiva che uscivamo con mamma veniva a “scortarla” fino a dove doveva andare, a volte seguendoci pure per strada. Era ormai parte della nostra routine quotidiana. Non voleva cibo, solo acqua. Purtroppo la malattia piano piano costrinse mi madre a letto e non uscì più ma Micio veniva ogni sera e dormiva sullo zerbino ogni notte. Arrivò il giorno in cui mamma morì, il micio venne fino alla notte prima dei funerali, poi, sparì!
Credetemi è una storia vera

giovedì 16 febbraio 2012

Il Teatro Romano di Catania Trascrizione della visita effettuata qualche anno fa, illustrata dalla D.ssa M.G. Branciforti

Teatro
(Zona di Piazza Dusmet)
Come soprintendenza abbiamo realizzato il condotto dentro  l’abbiamo ripavimentato e ora stiamo entrando dentro il museo GRECO per allacciare i servizi igienici, portarli nel condotto e finalmente possiamo scavare una parte del paloscenico del teatro 
Ed è da due anni che lottiamo
Questa è una parte che abbiamo acquisito di recente A seguito di un piano di espropio di case costruite sul teatro che è iniziato alcuni anni fa e ancora è in corso di svolgimento Abbiamo acquisito le case che stanno sul lato orientale del teatro e stiamo facendo un lavoro finanziato dall’unione europea il por sicilia 2000 2006 di cui io sono direttore dei lavori insieme al Prof Pagnano della facoltà di architettura di Catania Questo lavoro consiste nella parziale demolizione delle case moderne e nel restauro dell’edificio antico che è stato individuato all’interno delle case moderne che sono state abitate utilizzando come ambienti delle case parti dei corridoi del teatro che poi veniva intonacato,  rivestito di mattonelle per cui apparentemente non si vedeva più,  ma i muri dell case erano i muri del teatro tanto per intendere, il teatro di catania è un teatro di età romana costruito sui resti di un teatro greco  che ha avuto una sua vita abbastanza lunga, quello romano dall’età di Augusto in cui è stato realizzato per la prima volta il teatro romano fino all’ultimo reastauro fatto nel 4 secolo dopo Cristo  Era costruito utilizzando in parte un declivio naturale della collina  e quindi era in parte appoggiato sul terreno naturale in parte, la cavea era sostenuta da un sistema di muri internamente percorsi da tre corridoi  uno di piano terra, uno mediano e uno di ultimo piano. Da queso lato della città antica  il piano della città era basso laddove vedrete nella passerella dove arrivano i muri e quindi l’edificio all’esterno si pesentava a tre piani come un anfiteatro con un’altezza notevole, a differenza di quello che succede dal lato opposto dove invece proprio in questa zona occidentale c’è l’odeon Quindi la soluzione urbanistica e architettonica adottata fu diversa Il teatro è asimmetrico nella sistemazione esterna  Qui noi abbiamo esprpriato un palazzo che aveva 4 piani  che sono stati demoliti non si edevano questi due livelli, uno rosa ed uno grigio Al posto del rosa che era il secondo piano ce n’erano altri due di sopra e inoltre ce n’era un altro più in basso che era un appartamento con ambienti abusivi costruiti in cemento armato con tro i muri che voi vedete di sfondo che erano i muri del teatro A quell’appartamento si accedeva da una scaletta e i proprietari si erano abusivamente appropriati di questo spazio come se fosse un giardino di pertinenza solo di quell’appartamento. Quello che vedete dietro di me, il muro rosa, in realtà dietro non c’è più niente in quanto il suo interno è già il muro del teatro del secondo ambulacro e il mantenimento delle mostre di pietra bianca e dell’intonaco rosa è ad indicare li la presenza di una casa 800sca mentre più avanti ancora quello in grigio è cio che resta del prospetto di una casa settecentesca costruita sul terzo ambulacro Voi le vedete adesso da qui, poi le vedremo dal lato  interno. Cosa vedrete dalla passerella: nella parte bassa vedrete du grandi aperture che portano all’inteno del teatro ed esattamente ad un anello esterno che gli spettatori dovevano percorrere per poter uscire da questo lato Tutti quelli che avevano occupato sedili nell’ordine più basso e dal lato orientale Era un sistema per fare defluire il pubblico senza che ci fosse un ammasso in un unico posto L’aspetto straordinario è che tutto questo si è perfettamente conservato e ora voi vedete a che livello di conservazione Al di sopra di questa apertura c’è un muro possente che è una scala La parte finale di questa scala che nella parte superiore ha la muratura grezza invece nella parte finale si conservano proprio i gradini di pietra lavica ed un portale di pietra lavica ed è la scala che invece facevano quelli che erano nel secondo ordine del teatro e quindi per raggiungere l’esterno anzichè uscire dal piano terra uscivano da una parte superiore scendendo una scala La scala si infila a palazzo Gravina perchè noi supponiamo e questo lo vedremo con i lavori che stiamo facendo all’interno che proprio nell’area di palazzo Gavina vi fosse la torre scalare cioè il teatro rmano era fatto da una cavea, un edificio scenico che era un palazzone altissimo quanto la cavea, all’angolo dove le due parti si univano si potevano formare delle torri che comprendevano scale per cui si chiamano torri scalare Scale che poi percorrevano quelli che dal terzo ordine scendevano dal secondo e dal primo. Potevano quindi andar via o dalla cavea stessa oppure alla fine dei corridoi prendendo queste scale uniche qui abbiamo trovato il resto di una di queste scale che scende Tutto il teatro è costruito in opera cementizia romana e ha il rivestimento in blocchi di pietra lavica squadrata Tutto il teatro che voi conoscete è finto cioè è di restauro e fu restaurato negli anni 50 dalla soprintendenza di Siracusa con un grande architetto Italo Gismondi che è quello che ha lavorato a Ostia a Roma La parte invece che stiamo individuando noi è integra e quindi ci serve per capire anche non solo gli errori di restauro che sono stati atti ma qual’era l’effettiva tecnica ediliza di questo monumento 
Il  teatro ha una cavea che doveva essere per 7000 posti. E’ stata restaurata negli ani 50 e quindi non sappiamo esattamente se la divisione delle gradonate sia esatta certamente erano 9 cunei divisi dalle scalette in pietra lavica mentre i gradini erano rivestiti di marmo bianco Di questo ne abbiamo certezza guardando i primi gradini che sono stati messi in luce negli scavi fatti tra il 93 e il 95 che sono in calcare, forse il resto del teatro greco e poi in età romana furono rivestiti di lastre di marmo La cavea è visibile quasi interamente, manca l’ultimo cuneo che è al di sotto di questo palazzo che è pure in fase di esproprio pasando dalla passerella interna avete visto il muro del palcoscenico che è quel muro basso rivestito di marmo Davanti c’è l’orchestra che ha il pavimento in marmo La parte alla mia destra conserva la maggiore quantità del pavimento originale di marmo della prima età imperiale realizzata tra la dinastia giuno claudia e la dinastia dei flavi ed era in opus sectile con un modulo reticolato regolare cioè aveva dei quadrati dentro ai quali stavano dei cerchi i quadrati erano legati tra di loro da fasce che formavano un reticolo rettangolare La bellezza stava nella diversità e nei colori dei marmi che venivano utilizzati I cerchi erano tutti di granito di sardegna le fasce in rosso antico in brecce provenienti dall’egitto dalla siria In sicilia sapete non ci sono molte cave di marmo , abbiamo pochissimi marmi La parte invece occidentale è formata da lastre bianche che non seguono nessun disegno, poste in maniera irregolare e queste sono riferibili al rstauro che è stato fatto nel 4 secolo d.c.lo sappiamo da un’epigrafe che trovò biscari scavando il teatro nel 1771 dove si dice che un certo porfidio munatidios ha proceduto al restauro del teatro e in quella occasione poichè il teatro fu riaperto al pubblico e evidentemente per un certo tempo era stato abbandonato fu dedicata nel teatro una statua che rappresenta il genio della città e questa che era nel museo del principe di biscari si trova edesso al castello ursino dove sapete è confluita la collezione privata del principe di biscari. Dietro il palcoscenico che era in una prima fase profondo 5mt e 30 poi nella fase severiana fu ingrandito ed arrivò ad essere 6mt e 10 di profondità ed era finito con un impiantito di legno dietro c’è la fronte della scena vera e propria Adesso è ricoperta con la plastica perchè stiamo facendo dei lavori di restauro ed era articolata come il prospetto di un grande palazzo che aeva nella parte bassa tre porte Voi di questa scena vedete soltanto la porta laterale perchè tutto il resto della scena è sotto questo palazzo L’asse del teatro è più o meno dove c’è la colonna e il teatro è obliquo rispetto a questi palazzi Quindi dove c’è la passerella che avete percorso voi siamo quasi nella parte centrale del palcoscenico e dietro ancora ci sarebbe la porta centrale Le porte erano decorate da colonne che stavano messe proprio davanti all’apertura Noi abbiamo trovato su una porta laterale 4 basi e su una base c’è il piedistallo di una colonna in marmo ancora in posto che è uguale ad un altro piedistallo che si trova al museo di Castello Ursino, evidentemente Biscari ha scavato dall’altro lato e abbiamo trovato una sola base della porta centrale che è come grandezza doppia di quelle dele porte laterali Quindi la porta centrale aveeva colonne molto grandi come la base che c’è al castello ursino che è una base della porta centrale. Poi la scena saliva a più ordini. E’ stata fatta di recente un’ipotesi che fosse a tre ordini di colonnati ma questo studio che è stato fatto da un professore di Roma si basa su dei frammenti architettonici scavati da Biscari e da lui studiati al castello Ursino Non ha chiaramente avuto a disposizione i dati del nostro scavo che è ancora in corso di svolgimento quindi io non ho dati definitivi dadarvi perchè stiamo lavorando e lavoreremo ancora per un anno stiamo disegnando tutti i marmi rinvenuti e stiamo faceno un’ipotesi per una ricostruzione virtuale chiaramente di questa scena Ma per quello che abbiamo trovato fin’ora escluderemmo che potesse avere tre ordini ne  aveva piuttosto due L’equivoco diciamo potrebbe essere sorto studiando le grandezze delle cornici perchè le porte avevano delle altezze che superavano il livello dell’ordine architettonico Lo sfondavano in alto e la porta centrale era altissima Abbiamo piuttosto trovato frammenti in marmo dei timpani di queste porte quindi le porte avevano in alto dei timpani spezzati che è un fatto architettonico straordinario perchè è un elemento assunto poi come regola nel’architettura tardo rinascimentale e nell’architettura barocca ed era tutto di marmo bianco e aveva delle nicchie dove si conservavano statue Noi abbiamo trovato nello scavo del cavo del palcoscenico frammenti delle sculture, le teste , le mani, i piedi, una era sicuramente la testa dell’imperatore infatti una era la testa ritratto di Marco Aurelio giovane altre erano figure forse di divinità queste divinità del mare dei fiumi legate in genere alle rappresentazioni teatrali Le teste femminili forse di figure di muse di ninfe anche queste legate al mondo del teatro La parte bassa della scena proprio la zoccolatura di base dell’edificio scenico aveva un rilievo e questo rilievo che fu trovato nel 1980 e fu portato a Siracusa ora è ritornato a Catania e nel sistemare noi questi locali lo riesponiamo E’ importante perchè a differenza dei rilievi che decorano gli edifici scenici per esempio di Sabrata o di Asia Minore che rapprsentano scene di mitologia legate alle rappresentazioni stesse dei teatri, o delle divinità a cui si dedicavano i teatri, dioniso o altri, questo è un rilievo civile, cioè un rilievo romano che rappresenta una cerimonia pubblica civile romana perchè i personaggi sono vestiti, portano i fasci littori, e sono in processione come per l’ara di Domiziano Barbo come per altri rilievi di età romana si introduce l’avvenimento storico cioè la rappresentazione di un avvenimento che aveva un nesso forte con la vita reale, la vita di quel momento Nel restaurare il teatro hanno utilizzato molti frammenti di epigrafi che sono adesso murate nel pavimento o nelle scalette una si vede, adesso è nell’acqua dice Divo Trai.. forse divo Traiano In ogni caso abbiamo diversi elemeni per dire che il primo impianto del teatro, piccolo che comprendeva l’ima e la media cavea e quindi finiva al secondo ambulacro sotterraneo che corre  sotto di noi è della prima età imperiale costruito tra Augusto e i Flavii così dicono i confronti con i teatri che hanno pavimentazioni di questo genere e così nella ceramica connessa che abbiamo trovato Poi c’è una fase di ingrandimento del teatro con l’aggiunta del tezo ambulacro superiore che funge quasi da portico ed interfaccia con l’esterno della città nella parte alta perchè il piano della città nella parte alta è quello del terzo ambulacro mentre il piano della città nella parte basa non è quello attuale ma è quello che voi avete visto nel saggio alla base quindi era più basso, molto più basso di quello attuale Il teatro viene monumentalizzato in questa fase che forse è quella egli antonini e spesso si collega a Catania con testimonianze provenienti da altri monumenti con un episodio molto importante per la città, la venuta dell’imperatore Adriano di cui sappiamo che volle scalare, salire sul vulcano Etna Lui organizzò un viaggio che rimase memorabile, ne parla lui stesso e ne parlano i suoi storici perchè quale curioso studioso di scienze era attirato dall’Etna e voleva visitare il vulcano Catania è la città sotto il vulcano ed è ovvio pensare che in occasione della venuta dell’imperatore, un fatto assolutamente straordinario la città si sia data una smossa come per un giubileo si sia dato mano alla sistemazione degli edifici pubblici, delle strade, per prepararsi a questo evento. Un’ultima fase del teatro è di età severiana e a questa fase si attribuisce la modifica del palcoscenico che viene ingrandito come vi ho detto prima così come viene chiuso il primo cuneo che doveva finire più dietro e viene un pò aumentata la gradonata al di sopra, i primi cunei a destra e a sinistra dell’edificio scenico si chiamano tribune, sono i tribunalia e quindi questi tribunalia diventano un pò più grandi Poi il teatro ha una fase di abbandono che è dato dall’uso improprio che si fa di questo spazio improprio nel senso che lo spazio è ancora disponibile è grande, e in una città arrivata forse ad un livello di caos dopo le prime orde vandaliche dei goti, visigoti che misero a ferro e fuoco la città, fu utilizzato per altri scopi. Sull’orchestra furono costruiti recinti per gli animali si mise in atto una sorta di macelleria pubblica in altri spazi si fecero piccole officine che producevano vasellame cioè divenne una sorta di quartiere di mercato e artigianale questo proprio tra il 7 e l’8 secolo o il 9 non abbiamo molte infomazioni precise I primi dati più chiari inervengono fra il 14 e il 15 secolo quando vediamo, da Federico in poi, insediarsi case di abitazione che utilizzano i muri e gli spazi del teatro come alloggio Il teatro nel 1930, in un volo della RAF risulta totalmente ricoperto di case e le case seguono l’andamento semicircolare dela cavea. Nel costruire queste case furono a volte anche danneggiate le strutture antiche perchè per il desiderio di ricavare spazi utili toglievano i blocchi di pietra per ingrandire il loro spazio. Allora, nel caso della nostra casa Liberti che rimarrà, Liberti era il nome dei proprietari che la possedevano prima rimane la sua pate superiore che sono due appartamenti che noi useremo come area espositiva di tutta la documentazione fotografica dei lavori fatti nel teatro dal 1930 ad oggi quindi anche le foto dell’archivio storico presenteremo i disegni, i rilievi, le sezioni e le ricostruzioni virtuali in modo che si possa comprendere non solo il lavoro che si è fatto ma anche com’era questo teatro. Allora questa casa è costruita sulla testa del terzo ambulacro e poi il resto è in aderenza davanti, all’esterno. Il muro adesso con il ponteggio è in fase di ricostruzione sia all’interno che all’esterno perchè quando abbiamo acquisito questo spazio mostrava una riduzione di spessore grave nel senso che all’interno per avere maggiore spazio avevano grattato la muratura e l’avevano in parte eliminata lo sesso avevano fatto nel lato esterno e quindi un mo
uro che nella parte alta è circa 2mt e 80 di spessore si riduceva ad uno spessore di 30 cm con situazione di grave pericolo tant’è che le volte erano totalmente lesionate. Quindi noi non ci interesseremo in questo cantiere, non possiamo occuparci del restauro, del ri restauro della cavea per la quale dovremo poi fare un altro progetto, noi lavoriamo al restauro del tratto di muro sotto casa Liberti e alla riconfigurazione di due cunei della cavea secondo le indicazioni della loro originaria forma  che noi abbiamo ricavato dagli scavi effettuati da noi stessi a mo di modello per come poi vorremmo continuare per tutta la rimanente parte della cavea Al posto di dove vedete gli operai c’era un palazzo di 4 piani e non si vedeva la chiesa di San Francesco d’Assisi , non si vedeva il fianco di Palazo Gravina nè il fianco secondario di Palazzo Platania che è quel grande palazzo che c’è su piazza San Francesco d’Assisi Allora abbiamo demolito tutti i livelli superiori che non avevano nulla a che vedere col teatro e lasciato solo alcune parti di muratura delle parti basse perchè sebbene siano muri moderni, alcuni sono del 700 altri sono della fine dell’800 ripercorrono esattamente il muro romano quindi in qualche modo aiutano a vedere la curvatura del teatro Anche questi ambienti che restano saranno musealizzati In particolare dove sono gli operai, vedete il muro di fondo con le due porte murate sono quelle che avete visto dal cortile grigie mentre quelle con le due porte attualmente di legno sono quelle che dal cortle avete visto rosa Allora in questa grigia dove sono le porte murate c’è uno scavo molto profondo che ha alla base un pavimento di mattonelle esagonali di cotto ed era una casa i cui muri includevano i muri del teatro che sono crollati nel terremoto del 1693 sono cadulti sul pavimento questi blocchi di muratura, salvando miracolosamente le stoviglie che c’erano in quesa casa e quindi abbiamo recuperato piatti brocche e altri contenitori che possiamo datare con certezza al 1693 cioè erano in uso nel 1693 Adesso stiamo lavorando lì perchè faremo un solaio di vetro e nel percorso di visita del 3 ambulacro superiore si arriverà sotto questo solaio ed esporremo sul pavimento gli oggetti restaurati, nella posizione in cui li abbiamo trovati, chiaramente rotti, cioè erano tutti  frammenti ma erano rotti perchè per schiacciamento si erano danneggiati. Passando sul palcoscenico avete visto nell’acqua un muro a grandi blocchi di calcare che è il muro dell’ogheion greco Sotto il Palazzo Fasanaro corre il muro del palcoscenico che poi diventa il muro della parodos occidentale del teatro Il muro della parodos del teatro è un muro greo. Questo lo aveva individuato Guido Libertini nel 1930 e Carlo Anti in un volume dedicato ai teatri greci arcaici del mondo mediterraneo lo riferisce come un muro di un teatro arcaico, greco a Catania arcaico intendiamo del 6 secolo a.c. questo muro fu poi individuato anche con un incrocio ad angolo retto sotto il secondo ambulacro Bene noi lo abbiamo rivisto, cioè abbiamo riaperto le botole e c’è questo muro a grandi blocchi squadrati, sui blocchi sono incise le lettere KAT cioè KATANA che era il marchio che veniva messo sulla pietra per dire che era destinato ad una costruzione di Catania. Noi dal lato opposto abbiamo trovato il suo parallelo muro che si conserva per 3 assise di blocchi e questi si incrocerebbero ad angolo retto con il muro del palcoscenico. Il problema è che i blocchi, la tecnica costruttiva, non sono arcaici sono di età tardo classica e proto ellenistica e non sono quindi segno di un teatro arcaico a Catania ma piuttosto di un teatro della città post Dionigiana sistemato dopo che Dionigi di Siracusa occupa la città di Catania alla fine del 5 sec a,c, Adesso è un lavoro dificile di rilievo perchè qui il rilievo è molto complesso e stiamo facendo un lavoro di rilevamento con la tecnica tradizionale dell’inquadramento topografico, il rilievo manuale di tipo archeologico e un rilievo con l’utilizzo del laser scanner  per le superfici curve interne che sono molto difficili da rilevare a mano e poi tutti i fotopiani  degli esterni. Abbiamo disegnato con i fotopiani tutte le costruzioni che sono state demolite per potere domani ricostruire al contrario la storia di questo luogo Quello che si vede come pozzo è un pozzo che iniziava a livello superiore dove c’erano i cortili delle case moderne ed era costruito tutto in pietra e nella parte ulima c’era l’apertura per pigliare acqua Noi ne abbiamo tolti 4 mt circa ma lui scende moltissimo L’acqua arriva dall’Amenano dicono alcuni, altri dicono che sono delle sorgenti diverse dall’Amenano che era un fiume a cielo aperto nella città prima dei vari eventi naturali. Il sottosuolodi Catania è pieno di sorgenti e falde di acqua dolce. 
Quando si esproprierà questo palazo è prevista la sua parziale demolizione Dal latodi via Vtt Emanuele ha un prospetto di una certa dignità Probablmente si attribuisce a Carlo Sada poi ha subito delle crescite più o meno irregolari Tutta una serie di porzioni verranno eliminate mantenendo il nucleo centrale di prospetto sulla strada e utilizzando tutta la parte basa sulla strada come antiquarium quindi allungano il nostro piccolo antiqarium per l’intero isolato vorremmo fare un centro studi insomma una funzione pubblica per garatire l’integrità del teatro. 

domenica 5 febbraio 2012

Riflessioni, eccessi, situazione incancrenita - GUIDE TURISTICHE SICILIANE

A tutti quelli che mi leggono ma anche per me stessa, scrivo queste mie riflessioni come già molti colleghi/ghe hanno fatto. Tutta questa situazione, legge, concorso, esami, TAR, ricorsi etc era ovvio che sfociasse in questo gran casino. I Siciliani di per se non sono molto propensi ad agire "insieme". Si vive sempre con quella strisciante sensazione che "se ti aiuto poi tu mi freghi e così preferisco vederti affondare". Credevo che noi, generazioni di mezzo ma soprattutto i giovani della nostra categoria, fossero in qualche modo riusciti ad andare oltre. Invece no. Il nostro orticello non lo molliamo, che vadano tutti alla malora e noi con loro. Un amico tempo fa mi ha fatto leggere su internet le 5 regole della stupidità umana e la terza, se non sbaglio, diceva che "non c'è peggior stupido di chi per danneggiare un altro danneggia pure se stesso". Bene, siamo una massa di stupidi.
L'unica che ha secondo me centrato il vero problema è Nunzi Bonica.
Ci sarà un allargamento, tutti prima o poi riusciranno ad entrare e fare la guida turistica, non sarà più un lavoro con cui si potranno campare le famiglie, vogliamo o no accettare questa realtà?
E li che si va a parare, ricorsi, leggi, TAR, litigate o bisticci.....la macchina politica se ne frega di noi, l'Europa è in crisi e tutto quello che succederà sarà inevitabile, che noi lo vogliamo o no.
Direi che dovrebbe essere finito il periodo delle stupide polemiche su qualunque argomento e che sarebbe molto ma molto più utile che cominciassimo tutti a comportarci da persone serie. L'unico vantaggio è che ci stiamo leggendo fra di noi, ma pensate un po se dal di fuori vedessero tutte le mail che ci stiamo scambiando. Che figura di........!
Un appello a Maurizio, non dimetterti, almeno non ora. Non per l'interesse dell'Associazione, forse hai ragione tu, non lo merita, ma per te stesso. Chiunque ti sia andato contro lo ha fatto in modo "infantile", quindi non vale la pena prendersela. Non dare tutta questa importanza a quanto è successo.
E a chi si è offeso, a chi si è sentito escluso vorrei dire che, come ha scritto mio fratello, e ci hanno insegnato i nostri genitori, chi è assente ha sempre torto. Finitela con le polemiche, mi hanno convocato, me lo hanno detto, non me lo hanno detto, basta......siamo seri e concreti.
Ci si prospetta una stagione difficile, probabilmente le tariffe scenderanno, ci sarà concorrenza, potremmo riuscire una volta (facciamo finta di dover combattere gli Angioini!) ad essere uniti, ma ragionevoli cercando anche di metterci nei panni delle Agenzie che avranno il loro bel da fare con le società armatrici?
Poi sapete che c'è, come ho già scritto per quanto mi riguarda le mie priorità sono la salute di tutti quelli a cui voglio bene, e se proprio le cose andranno male, un pezzo di terra, pane e cipolle, una carpetta e tre galline.....e chi se ne frega
Un caro, affettuoso e sincero abbraccio a tutti quelli che leggeranno questo mio "pensiero di una fredda e piovosa domenica mattina" VIVA SANT'AGATA